Il regolamento fa parte dell’impianto legislativo intorno alla legge scolastica del 1864, e fissa le condizioni di lavoro, le misure di mantenimento della disciplina, ma anche le condizioni per l’assunzione dei docenti dei ginnasi.
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Regolamento per le scuole di disegno (1866)
Le scuole di disegno sono scuole professionali. Il regolamento, nato in applicazione della legge scolastica del 1864, fornisce numerose indicazioni sull’organizzazione pratica e curricolare di queste scuole.
Regolamento per le scuole elementari maggiori (1866)
Nato nell’ambito del grande sforzo legislativo della legge scolastica del 1864, questo regolamento si occupa delle scuole elementari “maggiori”, quelle cioè che preparano l’allievo a entrare, dopo la conclusione della sua formazione scolastica, nel mondo del lavoro o delle formazioni professionali.
Regolamento per le scuole elementari minori (1866)
Il documento rientra nel grande sforzo legislativo fatto a partire dalla legge scolastica del 1864 e si occupa in particolare delle scuole minori inferiori, quelle cioè che hanno per missione l’alfabetizzazione di base.
Regolamento per gli asili infantili (1864)
Si tratta del primo regolamento su queste scuole, adottato nel 1864 nell’ambito del grande sforzo legislativo compiuto dalle autorità cantonali per una legislazione organica sulle scuole. Il regolamento permette l’esecuzione delle parti relative agli asili nella legge scolastica del 1864. Il regolamento contiene disposizioni dettagliate su praticamente ogni aspetto, dalla sorveglianza degli asili ai doveri delle maestre al programma.
“Per i nostri cari bimbi”(1898): il primo manuale per gli asili ticinesi
“Raccomandata dal Lod. Dip. di Pubblica Educazione”, questa opera è il primo testo per gli asili del Canton Ticino e va letta nel contesto dei primi programmi degli asili ticinesi, dell’anno precedente. L’autrice, Lauretta Rensi-Perucchi, dal 1897 al 1907 è stata la prima ispettrice degli asili del Cantone.
Lauretta Rensi-Perucchi è stata un personaggio importante per la storia del nostro Cantone anche al di là della sua funzione. Nel 1956 Ernesto Pelloni le dedica una biografia che oggi va letta con spirito critico ma fornisce un’idea di come il percorso intellettuale della Rensi-Perucchi tra Italia e Svizzera venisse seguito con interesse anche in Ticino.
Francesco Gianini, Saggio di giornale didattico per una settimana (1895)
In questo documento il vicedirettore della Scuola normale di Locarno Francesco Gianini propone ai docenti un modello di applicazione dei nuovi programmi delle scuole elementari, dettagliato e preciso. Il documento è un’interessante testimonianza delle idee di questo importante formatore di docenti sulla pratica che doveva scaturire dai nuovi programmi all’insegna del cosiddetto “metodo intuitivo”. Sul ruolo di Francesco Gianini rinviamo al contributo di Wolfgang Sahlfeld nel Quaderno didattico n. 1 del laboratorio RDCD. Sul metodo intuitivo cfr. un articolo di Wolfgang Sahlfeld nella rivista di storia dell’educazione. Il Gianini era un instancabile formatore di docenti attraverso le sue pubblicazioni, anche come autore di manuali scolastici (vedi qui i suoi testi). Di particolare importanza per la scuola ticinese del periodo le sue programmazioni-modello che declinano in modo concreto i nuovi approcci didattici, ad esempio nel celebre “Saggio di giornale didattico” (qui in pdf) o nelle sue proposte di “lezioni pratiche di storia e geografia”. Di particolare interesse è vedere come questo tipo di pedagogia si traducesse nella formazione dei docenti. Presso la Scuola normale di Locarno gli studenti erano tenuti, nell’ambito del tirocinio, a organizzare a loro volta delle programmazioni didattiche secondo il modello dato. Abbiamo rinvenuto alcuni quaderni di quel periodo che qui sotto riproduciamo.
Esempio di “giornal didattico” di studentesse e studenti del prof. Gianini
A noi oggi può sembrare sorprendente un modo così prescrittivo e dettagliato di presentare un “metodo” di insegnamento. Alla fine dell’Ottocento era piuttosto diffuso, come vediamo in un esempio della Svizzera romanda che probabilmente il Gianini conosceva.
Programma per le scuole maggiori del 1936
Il programma per le scuole maggiori del 1936 è frutto di una profonda revisione dei piani di studio, per la quale le autorità cantonali si ispirano esplicitamente alle raccomandazioni che un anno prima aveva espresso, in una relazione commissionatagli dal Consiglio di Stato, il pedagogista italiano Giuseppe Lombardo Radice. Il programma non prescrive libri di testo. Scritto per una scuola mista, esso differenzia per genere per ciò che concerne l’economia domestica e l’educazione manuale (fornendo indicazioni precise per le classi maschili e quelle femminili).
La riforma provocò comunque discussioni e dibattiti. Ci si può fare un’idea di quelle discussioni leggendo un lungo articolo, inizialmente apparso su “L’Educatore della Svizzera italiana” di due tra le personalità più in voga nella scuola ticinese di quegli anni, Alberto Norzi e Giuseppe Pelloni (qui in pdf). Anche se alcune delle argomentazioni (come quella sulle donne insegnanti nella scuola maggiore) possono oggi apparire francamente incomprensibili, il testo è un utile complemento per comprendere l’organizzazione d’insieme della scuola dell’obbligo e delle formazioni professionali in quegli anni.
Regolamento per gli esami magistrali del 1915
Il regolamento disciplina gli esami e le procedure di assunzione per i maestri elementari. Ogni maestro/a che voleva diventare eleggibile come docente in una scuola comunale doveva sottoporsi a questi esami. Dato che in nel periodo dall’ultimo quarto dell’Ottocento fino al 1931 il Ticino conosceva diverse Scuole magistrali private (cfr. in questo sito la Cartografia delle formazioni magistrali), questo documento ha una sua importanza perché fornisce informazioni preziose sullo standard di professionalità che lo Stato richiedeva per queste formazioni.
Programma delle case dei bambini, 1928
Il programma delle case dei bambini (grado prescolastico), è del periodo 1915-1945. Possiamo affermare, senza grandi esitazioni, che si tratta del primo vero programma per le scuole dell’infanzia, totalmente improntato alla pedagogia di Maria Montessori. La sua autrice, Teresa Bontempi, ispettrice degli asili dal 1907 al 1931, aveva conosciuto personalmente la grande pedagogista italiana e aveva contribuito molto alla diffusione del montessorismo anche in Italia. Vedi in questo sito la sezione dedicata a Maria Montessori e la Svizzera. Oltre a sottolineare la funzione di questo tipo di scuola, il programma prescrive attività, principi e materie, quali l’educazione fisica, l’educazione morale e sociale, educazione religiosa, educazione intellettuale, disegno e lavoro manuale, canto.